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Compatibili indennità e riposi di maternità

(Corte di Cassazione - sezione Lavoro - sentenza n. 22177 del 12 settembre 2018)
Un padre può fruire dei riposi giornalieri per maternità seppure la moglie, lavoratrice autonoma, stia contemporaneamente beneficiando del trattamento economico derivante dalla nascita del figlio. Con la sentenza 22177/2018 depositata ieri, la Corte di cassazione ha respinto la tesi dell’Inps secondo cui la fruizione dei riposi da parte del padre lavoratore dipendente (2 ore al giorno nel caso di orario di almeno 6 ore) sarebbe alternativa all’indennità per la madre, così come è previsto quando quest’ultima è una lavoratrice dipendente.
La Suprema Corte sottolinea che l’articolo 40 del Dlgs 151/2001 stabilisce espressamente la possibilità per il padre di utilizzare i permessi «nel caso in cui la madre non sia lavoratrice dipendente». A sua volta quest’ultima può rientrare al lavoro in ogni momento dopo il parto, anche mentre beneficia dell’indennità. Dunque non c’è il requisito dell’alternatività tra riposi e trattamento economico.
Di conseguenza, dato che entrambi i genitori possono lavorare dopo la nascita del figlio, «risulta maggiormente funzionale affidare agli stessi genitori la facoltà di organizzarsi nel godimento dei...benefici previsti dalla legge per una gestione familiare e lavorativa meglio rispondente alle esigenze di tutela del complessivo assetto di interessi perseguito dalla normativa.

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INPS: domanda online di riposi per allattamento e maternità dello Stato

L’INPS comunica il rilascio di due importanti servizi, la domanda online di riposi per allattamento e di maternità dello Stato. L’Istituto Previdenziale è impegnato da tempo nel processo di digitalizzazione di tutti i servizi resi nei confronti di cittadini e imprese.
Con il messaggio in oggetto si comunica quindi che sono resi disponibili i due nuovi servizi per la presentazione online delle domande di permessi giornalieri per allattamento e di assegno di maternità a carico dello Stato; domande che fino ad oggi potevano essere presentate solo in modalità cartacea.
E’ stata quindi aggiornata la procedura telematica delle domande di maternità, già disponibile per i cittadini, i patronati e per il Contact Center integrato. Nella procedura è stata cioè implementata la nuova funzione di acquisizione delle domande di permessi per allattamento nonché per le domande di assegno di maternità di Stato.
Riposi per allattamento INPS
I riposi per allattamento INPS sono ore di permesso concesse alla madre oppure al padre a determinate condizioni pagate dall’INPS tramite i datori di lavoro. I riposi giornalieri per allattamento sono riconosciuti in caso di parto, adozione e/o affidamento durante il primo anno di vita del bambino o dall’ingresso in famiglia del minore adottato/affidato.
Sono riconosciuti al padre lavoratore dipendente per le seguenti situazioni:
 morte o grave infermità della madre;
 abbandono del figlio da parte della madre;
 affidamento esclusivo del figlio al padre richiedente;
 madre lavoratrice che non ha diritto ai riposi (lavoratrice parasubordinata, autonoma, libera professionista, a domicilio, domestica);
 madre casalinga;
 rinuncia della madre, nel caso in cui sia lavoratrice dipendente.
I riposi consistono in:
 due ore di riposo giornaliere, per orario di lavoro a tempo pieno ovvero pari o superiore alle sei ore giornaliere;
 un’ora di riposo al giorno, per part-time con orario inferiore alle sei ore giornaliere.

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Guida INPS al certificato di malattia dal lavoro e alle visite mediche di controllo Guida completa alla malattia del lavoratore dipendente, al certificato medico telematico e sulle visite mediche di controllo.

L’INPS ha recentemente rilasciato una guida completa alla malattia del lavoratore dipendente; la guida molto curata si concentra soprattutto sul certificato medico telematico e sulle visite mediche di controllo, la cui normativa ha subito qualche modifica con la recente creazione del Polo Unico delle visite fiscali.
Ma quindi cosa devono fare i lavoratori in caso di malattia? A questa semplice domanda risponde in maniera molto esaustiva l’INPS attraverso questa semplice guida pratica da stampare e leggere con molta attenzione. L’Istituto risponde quindi ad una serie di domande frequenti sull’argomento poste sia dai lavoratori dipendenti, che dai datori di lavoro, sia privati che pubblici.

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Pensione Anticipata Lavori Gravosi DECRETO 18.04.2018 Min. Lavoro

Modalità di presentazione della domanda di pensione anticipata lavorigravosi e verifica dellasussistenza dei requisiti da parte dell'INPS.

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 12 giugno il decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 18 aprile sulle modalità di presentazione delle domande di pensione 2019 con i requisiti degli addetti ai lavori gravosi.
In particolare il presente decreto definisce la procedura di presentazione della domanda di pensione con i benefici dei lavori gravosi; definisce inoltre le modalità di verifica della sussistenza dei requisiti da parte dell’INPS.
Il Decreto è stato emanato in attuazione dell’articolo 1 comma 253 della L. 205/2017 (legge di bilancio 2018). Come indica l’articolo 1, commi 147 e 148, della legge 205/2017, l’opzione per i lavori gravosi della pensione anticipata o per l’Ape Sociale è riservata a tutte le persone che hanno svolto attività gravose per un determinato periodo di tempo.
Lavori gravosi, pensione anticipata e APE social
La normativa sulle pensioni stabilisce che nel 2018 i lavoratori con i requisiti previsti per i cosiddetti lavori gravosi o particolarmente pesanti possono accedere:
all’APe sociale: se in possesso di almeno 63 anni e almeno 36 anni di contributi;
oppure, se più conveniente, possono accedere alla pensione anticipata al raggiungimento di 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica; in questo caso però devono avere almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima del 19° anno di età.
A chi spettano le agevolazioni per i lavori gravosi
Il Decreto in oggetto stabilisce che possono presentare la domanda di pensione con i benefici previsti per i lavori gravosi, i lavoratori che si trovino nelle seguenti condizioni:
lavoratori dipendenti con almeno 30 di anzianità contributiva e che svolgono da almeno sette anni nei dieci precedenti il pensionamento le professioni gravose;
lavoratori in possesso di un’anzianità contributiva pari ad almeno 30 anni, addetti a lavorazioni particolarmente faticose e pesanti.
Elenco lavori gravosi
Le attività gravose, inizialmente fissate in 11 categorie sono poi state ampliate a 15 (Decreto Min. Lavoro del 5 febbraio 2018), ecco quali sono:
gli operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
conciatori di pelli e di pellicce;
conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
conduttori di mezzi pesanti e camion;
personale delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
addetti all’assistenza di persone in condizioni di non autosufficienza;
insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido;
facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti;
siderurgici di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricompresi nel perimetro dei lavori usuranti;
Operai dell’agricoltura, della zootecnia e pesca;
Pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare dipendenti o soci di cooperative;
Marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini ed acque interne
Lo svolgimento di lavori gravosi per APE social deve essere attestato dal datore di lavoro tramite modulo Ap116.

Pensioni lavori gravosi, come fare domanda
Le domande dovranno essere presentate esclusivamente in modalità telematica tramite il sito dell’INPS, con il modello predisposto dall’istituto previdenziale e approvato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
La domanda deve essere corredata dalla dichiarazione del datore di lavoro che attesta:
i periodi di svolgimento delle professioni gravose,
il contratto collettivo applicato,
il livello di inquadramento attribuito,
le mansioni svolte,
il codice professionale ISTAT ove previsto.
In caso di mancata attestazione del datore di lavoro (cessata attività) il lavoratore potrà allegare una autocertificazione.
Accertamenti sui requisiti da parte dell’INPS
Il decreto stabilisce che dopo la presentazione della domanda l’INPS procederà a tutte le verifiche del caso. Se non sarà allegato la dichiarazione del datore di lavoro, ma l’autocertificazione, l’INPS passerà la pratica all’ispettorato del lavoro, che effettuerà le dovute verifiche.
Blocco aumento età pensionabile lavori gravosi
Ricordiamo infine che l’art. 1 comma 147 della legge di bilancio 2018 ha previsto il blocco dell’aumento dal 2019, pari a 5 mesi dell’età pensionabile per i lavoratori con i requisiti degli addetti ai lavori gravosi. Quindi i requisiti dell’età anagrafica rimangono invariati per il 2019.

Min. Lavoro DECRETO 18 aprile 2018

 

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Infermieri. Dare priorità alla Mobilità rispetto alla stabilizzazione. La sentenza del Tar di Lecce

 

“Occorre dare prevalenza alle procedure di mobilità rispetto all’indizione di un nuovo concorso, e rispetto alla procedura di stabilizzazione”.
Con la sentenza depositata il 28 maggio 2018, il Tar di Lecce condanna la Asl a dare corso alle mobilità, annullando ogni atto lesivo degli interesse dei ricorrenti.
I fatti
A ricorrere contro la Asl di Lecce, erano stati 30 infermieri con contratto a tempo indeterminato fuori provincia e/o Regione, inseriti in graduatorie di mobilità efficaci e valide, che avevano visto la Asl bandire un concorso per 100 infermieri, di cui un 50% da coprirsi mediante stabilizzazione ed un 50% da coprirsi mediante accesso dall’esterno.
Ai trenta infermieri in graduatoria di mobilità non era stata data nessuna spiegazione in merito alla scelta di non attingere alla suddetta.
Il Tar di Lecce, recuperando gli orientamenti sia della giurisprudenza che quelli normativi, ovvero:
• Art 33 del Decreto Legislativo 30 Marzo 20011, n.165
• La Cassazione lavoro, con sentenza 12559/2017, che stabilisce come rispetto allo scorrimento delle graduatorie, ha priorità la mobilità volontaria.
Dichiara illegittimo la condotta della Asl di Lecce in merito all’azione di reclutamento degli infermieri

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